Violenza in piazza, chi soffia sul fuoco Tra nuove Br, anarchici e black bloc
Di Gian Marco Chiocci
(Il Giornale del 19-05-2009)
Gli esperti dell’Antiterrorismo analizzano da mesi la ritrovata effervescenza di più sigle para-eversive. Sono almeno una decina le strutture della galassia , o più in generale «antagonista» pronte a elevare il livello di scontro sui temi caldi del lavoro. Della crisi più in generale. Frange violente senza più copertura «politica» a caccia di sponde nelle fabbriche e nel sindacato di base più muscolare. Strutture che soffiano sul malcontento cavalcando, per ora, il modello di protesta del «» tornato di moda negli scontri in Grecia e nel G20 di Londra, pronto a ripetersi ad ogni occasione utile, come a , come al a luglio. Formazioni oltranziste portatrici di ideologie anche contrapposte alla ricerca di un raccordo comune per rilanciare quella «dura contrapposizione» sbandierata a febbraio sotto processo a Milano. Proprio alla luce dell’aggressione al leader della Fiom, Gianni Rinaldini, da parte dei gli analisti dell’antiterrorismo sono andati a rileggersi il proclama che il «prigioniero » provò a declamare in aula in difesa delle maestranze dello stabilimento Fiat campano «bastonate dallo Stato» durante gli scontri con la polizia lungo la Nel documento sottoscritto da sette militanti rivoluzionari si lanciava un assist politico agli operai di Pomigliano in lotta: «agli operai Fiat di Pomigliano in testa. La rivoluzione è necessaria, la rivoluzione è possibile». E ancora: «È proprio nel contesto della crisi economica che governo e padronato applicano la solita ricetta di farne pagare i costi alla popolazione gettando nel lastrico centinaia di migliaia di famiglie con la cassa integrazione e i licenziamenti (...). Per questo non c’è altra via Quelle parole, rilette e interpretate oggi alla luce di slogan che ne ricalcano la forma e la sostanza - osservano gli analisti - devono far riflettere anche in relazione alla rabbia per la recente notifica degli avvisi di conclusione indagine agli operai e ai rappresentanti sindacali della Fiat per i blocchi e i picchetti del 15 aprile scorso. Parole che non sorprendono però gli esperti dell’antieversione impegnati a tenere d’occhio ciò che definiscono «le nuove progettualità eversive». Un po’ tutte le sigle monitorate puntano, infatti, a tematiche sociali care ai movimentisti della stella a cinque punte. Per dirla come l’ha detta a , i gruppi che si rifanno agli ultimi brigatisti hanno tutta l’intenzione di cavalcare problemi caldi «come il precariato» e tutto ciò che ne consegue. Segnali di preoccupazione, come detto, non mancano. Minacce a sindacalisti e giuslavoristi, volantini nelle catene di montaggio, attentati a sedi di partito, chiamate alle armi via internet, atti vandalici. Si va dalla resuscitata «» che a marzo ha preso di mira esponenti di governo, agli attentati alle sedi di Forza Italia a Firenze e , fino alle minacce all’economista Piero Ichino e ai proiettili recapitati dalle «cellule di » al segretario del Pd del Lazio, Roberto Morassut. Si registra inoltre un graduale ritorno sia dei bombaroli anarchici del «Fai» e del «Fronte Rivoluzionario» sia di organizzazioni antagoniste già investigate insieme ai Carc precedentemente sfiorati da più inchieste sul . Ma è nelle fabbriche che la preoccupazione cresce poiché è qui che perdura la presenza di aree di consenso alle istanze più reazionarie. È qui che cova la rabbia pronta a esplodere.
pubblicato da Antonio Frosolone alias Primula Rossa