domenica 28 ottobre 2007

Si può essere felici?


  • La natura non ci ha solamente dato il desiderio della felicità, ma il bisogno… senza la possibilità di soddisfarlo, senza nemmeno aver posto la felicità nel mondo". Lo Zibaldone leopardiano insegue con mille pensieri la domanda sull'essere felici, arrivando nelle ultime pagine a trovare il suo no definitivo. I maestri della filosofia, Aristotele e Schopenhauer, aggiungono altre riflessioni. Per il primo, la felicità rappresenta la condizione naturale che l'uomo può guadagnare con la ragione; per il secondo, la vita è solo dolore e sperare di non soffrire più è inutile perché si desidera sempre ciò che non si ha. Rispecchiarsi dentro questo argomento non è semplice, si è obbligati anche al confronto con l'idea di felicità del tempo presente: una felicità burocratizzata, diminuita al ruolo di fortuna del lotto miliardario, di samaritana del benessere , di salute "eterna". La ragione conduce alla felicita' Dice Aristotele:Se l'uomo è per natura un essere razionale, come afferma Aristotele, allora l'uso della ragione conduce alla realizzazione di sé, ovvero allo stato che dà la felicità e che rappresenta la condizione naturale dell'uomo. Essere felici non è una scommessa con la buona sorte, ma il risultato che si ottiene dal buon governo delle passioni, dall'uso della volontà e dalla misura nei desideri. Il desiderio produce infelicita'

Per Schopenhauer, l'uomo è destinato all'infelicità perché desidera ciò che non può avere. La sofferenza è il suo stato naturale; la sua vita "oscilla come un pendolo tra il dolore e la noia". L'essere felici quindi è una condizione inarrivabile, non è mai un'esperienza presente: o è qualcosa che si ricorda e rimpiange o è qualcosa che si attende in eterno. La felicita' e' uno stato Per Aristotele la felicità vera è quella che dura, che esige permanenza e costanza. E' uno stato della mente. Non coincide con il piacere sensibile: gli animali, per esempio, provano piacere ma non sono destinati ad essere felici perché la felicità è consapevolezza del piacere, della conoscenza e della ragione. La felicita' e' un attimo Per Schopenhauer la felicità sta nell'attimo, è momentanea cessazione del dolore. Il desiderio che produce malessere, nel movimento basculante della vita, cede il suo posto alla noia. In questo fugace passaggio, star bene significa non star male. Uno stato di felicità duraturo non è possibile La felicita' e' una esperienza collettiva Aristotele è lontano dall'idea di felicità come fatto puramente privato, chiuso alle relazioni con gli altri, egoistico. La dimensione di questo raro stato emozionale deve essere aperta, intersoggettiva, pubblica, politica. Non si possono toccare le nuvole con un dito senza farsi vedere. L'arte di essere felici, o meglio "vivere il meno infelicemente possibile", come scrive Schopenhauer, riguarda il singolo, mai la comunità, e da singoli bisogna annullarsi, indebolire il desiderio dell'impossibile esercitandosi in una tecnica individuale e ascetica che ricorda il nirvana. O la felicita' e' un film di toto'?

  • Quale e' la vs idea sull'argomento ? La felicita' e' un mito ? O una chimera ? O piu' realisticamente e' inesistente?

5 commenti:

Alfredo Minopoli ha detto...

Nella dichiarazione di Indipendenza americana del 1776 appare il diritto «alla vita, alla libertà e alla ricerca della felicità». E’ proprio il termine “ricerca” a dare alla costituzione americana l’impronta individualista che non perderà mai.
La ricerca della felicità, più che la felicità, include il doppio gesto dell’individuo: prima l’ individuazione della felicità, poi il tentativo di perseguirla.
Lo Stato fa un passo indietro.

goeyes ha detto...

si ma mi vuoi far sapere cosa pensi dell'argomento? mica ti vuoi liberare di me con la costituzione americana? ferdinando di borbone diceva che avere una casa grande era il massimo della felicita',cosi costrui la Reggia di Caserta,tu ti sei fatta la Reggia di ARISCHIA?

goeyes ha detto...

stamattina mi sono svegliato con i piedi bagnati ,cosa e' successo?niente di quello che state pensando,e' solo che avevo fatto un sogno che attraversavo un fiume e mi sono tolte le scarpe e i calzini.

Alfredo Minopoli ha detto...

Ti ho risposto!
Quando Tonino ha detto che sei mio amico ho provato felicità.
Grazie a Dio riesco a trovarla soprattutto nelle piccole cose.
Felicità è stato anche stare ad Arischia con voi!

ABBI FIDUCIA NEL SIGNORE ha detto...

Un cantico diceva così: FELICITA'E' CONOSCERE IL SIGNORE AVERE IN ME UN SOLO CUORE VIVERE SEMPRE DEL SUO AMORE FELICITA' E' IL SIGNOR .Per me la felicità non è una chimera è una realtà di ogni giorno, l'amore di Dio, la salvezza dell'anima,il sapere che egli ha la mia vita nelle sue mani e se ne prende cura per me questa è felicità ci sono anche i giorni bui ma Dio con la sua luce li illumina e con il suo amore li rende ancora più belli.Salutami Silvana, un grosso bacio a voi due Annamaria saluti da Gaetano